Sono nato qui
Quarant’anni fa, mio padre, dopo aver solcato i mari di mezzo mondo, decise di acquistare un terreno e una lamia nelle campagne di Crispiano. Da ragazzo era fuggito dalla terra rossa della Messapia per arruolarsi in Marina. Sì, perché in questo pezzettino di Puglia non c’era molta scelta: un uomo si riteneva fortunato se diventava marinaio o lavorava in acciaieria. Ma la nostalgia lo ha spinto a ritornare alla terra e a coglierne i suoi frutti migliori.
In estate trascorrevo infinite giornate pedalando insieme ai miei fratelli per i lunghi tratturi di queste terre, dall’alba al tramonto. Né il sole cocente né le ginocchia sbucciate ci fermavano. Ho imparato a conoscere ogni angolo, ogni sasso, ogni albero, ogni storia. Niente mi era sconosciuto. Questo oggi è il mio lavoro, vi racconto quei tratturi che mi hanno visto bambino fra file infinite di muretti a secco, lecci, ulivi secolari e vigne che producono ancora il miglior nettare. Con lo sguardo dell’infanzia e nuove parole vi invito a riappropriarvi del tempo migliore, a cogliere l’attimo, a gustare profumi e colori assaporandoli lentamente, l’unico modo per comprendere il vero Genius loci di questo territorio.
Da questo anfiteatro naturale potete guardare al futuro con speranza e apprezzare una tavolozza ricchissima: dal blu cobalto dello ionio al verde intenso del bosco, al grigio delle profonde Gravine fino al rosso di tramonti radiosi.
Crispiano è ancora oggi quel meraviglioso giardino fra Oriente e Occidente pronto a svelarvi i suoi segreti.